mura storiche – il sistema bastionato di treviso
il sistema bastionato di treviso
Giovedì 16 novembre 2023
I sistemi fortificati rinascimentali e sotterranei artificiali, le strutture ipogee e le fortificazioni della terraferma veneziana.
Nel corso del dominio Romano dell’antica Tarvisium, venne edificata la prima fortificazione della quale rimango tracce archeologiche inerenti il centro abitato, con il classico decumano e tutto l’insediamento circondato dall’ acque di due fiumi. Nel 1300 furono erette le alte Mura merlate, collegate con i borghi e la campagna grazie a 12 porte di accesso. Le Mura furono realizzate in mattoni cotti senza riparo esterno e senza contrafforte interno, indicate per resistere agli assalti con le tecniche Medioevali. Nel 1500 la Città di Venezia si affrettó a fortificare ìe più importanti Città di terraferma per difenderle dalle forze militari della lega di Cambrai, tra le quali la città di Treviso rapidamente trasformata in fortezza. Il progetto venne affidato a Giovanni Giocondo. Vennero demolite le Mura antiche e gli edifici che si trovavano all’esterno o nelle vicinanze, con una spianata rimasta per tre secoli con grande influenza socio economica di circa ottocento metri intorno alla Città, che poteva essere allagata deviando i fiumi Sile e Botteniga rendendola invincibile. Le nuove Mura furono costruite a più riprese secondo anche i disegni del Comandante delle Milizie Venete Bartolomeo D’Alviano, con il compimento del primo anello difensivo nel 1520 e completato nei decenni successivi.con Porta ALTINIA del 1514 , le splendide porte SANTI QUARANTA del 1517 e porta SAN TOMMASO del 1518. Dopo l’unità dell’ItaIia le mura divennero un ostacolo aIl’espansione commerciale ed edilizia della città, con la demolizione solo parziale perché fortunatamente bloccata più volte.
Arch. Mario Gemin, Capo Delegazione del FAI, si laurea nel 1990 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, con relatori gli architetti Mario Botta e Giuseppe Gambirasio. Dal 1990 al 1994 lavora presso lo Studio Botta a Lugano e Parigi. Successivamente diventa consulente di istituzioni culturali veneziane come la Fondazione Querini Stampalia, la Wake Forest University e la Fondazione Ugo e Olga Levi. Nel 1996 cura il catalogo e la mostra “Mario Botta Cinque Chiese”. Dal 1999 al 2000 è cultore della materia e assistente dell’arch. Luigi Snozzi alla Facoltà di Architettura di Trieste e ai workshop di progettazione urbana di Marostica. Nel luglio 2001 costituisce a Treviso lo studio Gemin Castagna e Ottolenghi Architetti Associati. Dal 2007 al 2009 è docente di tecniche di allestimento, museologia e museotecnica, promozione di grandi eventi e mostre, ai corsi Parnaso e progetto TEAM a Cagliari e Olbia. Dal 2009 svolge attività didattica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e nel 2013 all’Università di Architettura di Udine.A Venezia ha curato il restauro dell’ala Carlo Scarpa in Palazzo Querini Stampalia, ha collaborato con Mario Botta all’allestimento della mostra “Mantegna Bellini: capolavori a confronto”, attualmente sta ultimando il restauro conservativo di Palazzo Giustinian Lolin di Baldassarre Longhena. Nel 2016 cura la pubblicazione “Mario Botta Querini Stampalia” per Giavedoni Editore di Pordenone.
Arch. Simone Piaser socio fondatore del comitato per il recupero delle mura di Treviso. Cresciuto nella ‘bottega’ dei seguaci del compianto giornalista trevigiano Giorgio Garatti, si è laureato in Architettura presso lo “IUAV” di Venezia con una tesi sugli ambienti sotterranei della città di Treviso. Appassionato di archeologia, ricercatore e storico dei sistemi fortificati rinascimentali e sotterranei artificiali, si occupa di ricerche sulle strutture ipogee in generale e di studi sulle fortificazioni della terraferma veneziana, con particolare attenzione ai relativi sotterranei (cunicoli, casematte, cannoniere, bastioni). Antonio Costantini restauratore d’arte, specializzato nel restauro conservativo di superfici affrescate, dipinte, intonaci di pregio, pietra e marmo, specializzatosi nel restauro conservativo attraverso gli studi, la frequentazione da giovane dei laboratori della Soprintendenza a Venezia alla Ca’ D’oro, la collaborazione pluriennale con il CNR di Firenze, più di quarant’anni di intensa attività di restauro in Italia al nord e centro ed all’estero. Ha collaborato con enti museali, partecipato alla conservazione di edifici monumentali, edifici di culto e di statue, avendo le certificazioni specialistiche per il restauro conservativo della pietra e per il restauro degli affreschi.